Già sei eseguiti previa la 'pulizia sangue' del paziente ricevente
Trapianto di rene possibile anche se paziente e donatore (vivente) non hanno gruppi sanguigni compatibili, 'ripulendo' il sangue del paziente dagli anticorpi specifici contro il sangue del donatore: questa tecnica all'avanguardia (oggi in uso ad oggi solo in pochi centri in Italia), è stata eseguita con successo finora su sei pazienti laziali dall'equipe chirurgica dell'Unità Operativa Trapianti di rene del Policlinico Gemelli, diretta da Franco Citterio. Il prelievo del rene è stato effettuato con procedura laparoscopica da Jacopo Romagnoli. Determinante è stata la collaborazione con l'Unità Operativa di Emotrasfusione diretta da Gina Zini e con il laboratorio di Istocompatibilità del Centro Regionale Trapianti diretto dalla prof. Antonina Piazza.
Il trapianto di rene è oggi la miglior cura per il trattamento dell'insufficienza renale cronica. Nel Lazio lo scorso anno si sono eseguiti 42 trapianti da donatore vivente, il 15,4 % di tutti gli analoghi trapianti eseguiti in Italia. Per far sì che il trapianto sia possibile quando donatore e ricevente non hanno gruppi sanguigni compatibili prima del trapianto viene filtrato il sangue del paziente in speciali filtri per rimuovere gli 'anticorpi antigruppo' in esso presenti. Chirurghi giapponesi hanno ideato e eseguito questa tecnica per primi nel mondo. Da qualche anno alcuni centri del Nord Italia hanno iniziato a usare la procedura che ora è possibile anche nel Lazio presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli. I primi sei pazienti trapiantati in questo modo stanno bene e presentano un'ottima funzione renale. Questa tecnica consente di rimuovere uno degli ostacoli al trapianto di rene da donatore vivente e permetterà anche nel Lazio di poter curare meglio i pazienti con insufficienza renale cronica, conclude Citterio.Per l'anno in corso vi sono già quattro pazienti in studio.
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